Ne abbiamo parlato con Mariella Priano, presidente nazionale dell'Associazione italiana sindrome di Kleefstra aps
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«Il 17 settembre si celebra in tutto il mondo la giornata della consapevolezza della Sindrome di Kleefstra. Nel 2010 alla sindrome è stato dato il nome della dr.ssa olandese Tjitske Kleefstra, che dal 1999, anno in cui è stato diagnosticato il primo caso, si dedica con passione, determinazione ed umanità, alla ricerca. Proprio grazie a tale ricerca sono stati fatti importanti progressi nella conoscenza e nell’approccio farmacologico.
I bimbi Kleefstra presentano facies caratteristica, deficit cognitivo, ipotonia con gravi problemi di deambulazione, ritardo o assenza del linguaggio espressivo, cardiopatie, anomalie renali, epilessia, spettro autistico, disturbi del comportamento e del sonno. Insomma sono bambini e ragazzi impegnativi!
Nell’ottobre del 2019, grazie anche ad un prezioso scambio d’informazioni con alcuni responsabili di Fondazione Telethon, un sogno si è tramutato in progettualità: abbiamo costituito l'Associazione Italiana Sindrome di Kleefstra – APS - ETS, con la quale noi genitori dei bimbi e ragazzi Kleefstra vogliamo promuovere l’informazione e la consapevolezza della sindrome di Kleefstra, ancora poco conosciuta, creare una rete di supporto e raccogliere fondi per la ricerca scientifica, per dare quanto prima una cura ai nostri figli.
L’obiettivo è quello di fare gruppo e di trasferire alle mamme più giovani le informazioni che noi mamme più grandi abbiamo già acquisito, mostrando loro la strada, supportandole moralmente al momento della diagnosi, momento, che sappiamo è estremamente doloroso per tutte. Accettare un bimbo speciale, con bisogni speciali, sappiamo, è un percorso lungo che dura anche anni. A ciò si aggiunga che la quotidianità con questi bimbi non è semplice. Le famiglie sono accomunate dallo stesso destino, dallo stesso spirito guerriero e dalle stesse lotte quotidiane contro quel gene bizzarro, deleso o mutato (EHTM1) che ci ha messo su una strada impervia.
Per questo raccogliere fondi è estremamente necessario. Non demordiamo, abbiamo organizzato eventi in tutta Italia, solo una pandemia ci ha momentaneamente fermati, perché finanziare un progetto di ricerca è la nostra priorità. Sapere che un giorno l’impegno e la perseveranza dei ricercatori potrà condurre alla tanto auspicata “pillola magica” costituisce un’utile iniezione di fiducia e speranza per sopportare la sofferenza dei nostri figli.
Attualmente in Italia abbiamo trovato 43 bimbi/ragazzi Kleefstra. Il ragazzo più grande, Claudio di Napoli, ha 38 anni, ma ci sono tanti bimbi piccoli, che continuano a nascere con il gene alterato. Il più piccolo è nato 7 mesi fa ad Alessandria».